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LIVE CONCORSI NOTIZIE: Paolo Amenta è il nuovo presidente di ANCI Sicilia

 


La notizia politica più rilevante di queste ore è l’elezione di Paolo Amenta alla presidenza dell’ANCI Sicilia, sigla che sta per Associazione Nazionale Comuni Italiani. Amenta, Sindaco di Canicattini Bagni, in Provincia di Siracusa, succede all’ex Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Amenta ha alle spalle una lunga esperienza di amministratore pubblico e di vice presidente dell’ANCI con la delega alle questioni finanziarie. E’ stato eletto all’unanimità nel corso dell’Assemblea dell’ANCI che si è svolta a Palermo nei saloni all’Hotel San Paolo Palace.  L’Assemblea dell’ANCI è composta da tutti i 391 Sindaci della Sicilia.  Oltre al Presidente è stato eletto, sempre all’unanimità, il Consiglio regionale, del quale fanno parte 55 componenti fra Sindaci e altri amministratori locali.

“Accetto con onore e con orgoglio la carica di Presidente dell’ANCI Sicilia – ha detto il neo Presidente Paolo Amenta - e ringrazio Leoluca Orlando per il lavoro fin qui svolto e i Sindaci di Palermo, Messina, Trapani, Caltanissetta e Siracusa che, in prima battuta, hanno sostenuto la mia candidatura. Sono commosso per la fiducia che mi stanno dimostrando. Una fiducia che si è basata sulla presentazione di una lista unica che non ha fatto altro che cementare il percorso unitario dell’Associazione. La strada da percorrere nell’immediato futuro non sarà sicuramente agile per gli enti locali, soffocati come sono dalle disuguaglianze e da una fragilità economica aggravata dalla pandemia. Ma ci impegneremo ancora di più per una radicale inversione del trend negativo che ha, purtroppo, caratterizzato la realtà di questi ultimi anni”.

Il neo Presidente Amenta ha poi presentato la propria relazione sottolineando i temi fondamentali che caratterizzano la vita degli enti locali: dal progressivo assottigliarsi del Fondo delle Autonomie locali alla gestione integrata dei rifiuti e delle acque, dalla gestione delle risorse del PNRR all’adeguamento delle indennità per gli amministratori locali, dall’Autonomia differenziata alla sanità. A conclusione dell’intervento il presidente Amenta ha sottolineato ancora una volta la necessità di lavorare uniti per rilanciare gli enti locali della Sicilia.

Per Amenta si presenta subito il ‘battesimo del fuoco’, In Assemblea regionale siciliana, infatti, è iniziato l’iter che dovrebbe portare quanto prima all’approvazione del Bilancio e della legge di stabilità 2023. E già cominciano i problemi, come denunciato dall'assessore regionale alle Autonomie locali e alla funzione pubblica, Andrea Messina: “Il governo Schifani – dice l’assessore Messina - ha previsto nella manovra finanziaria un fondo da 327 milioni destinato alle spese correnti degli Enti locali, ma registriamo un tentativo di aggressione allo stanziamento mediante alcune riserve proposte in commissione Bilancio all’Ars, che sottraggono risorse essenziali destinate ai Comuni. Gli emendamenti presentati da alcuni deputati - aggiunge l’assessore - comportano una riduzione del Fondo per tentare di finanziare altre piccole attività o piccoli investimenti. Ho sempre avuto il massimo rispetto per le dinamiche parlamentari, ma non ha senso che il governo regionale fissi un budget di 327 milioni e poi si spostino risorse ad altre finalità causando una riduzione degli stanziamenti a 280-260 milioni di euro. Noi non ci fermeremo e, come governo, difenderemo le nostre scelte”. L’assessore fa riferimento al Fondo per le Autonomie locali con il quale la Regione sostiene i Comuni e le nove ex Province dell’Isola. Fino a prima dell’arrivo del Governo nazionale di Matteo Renzi il Fondo per le Autonomie locali ammontava a quasi un miliardo di euro all’anno oggi ridotto a 327 milioni. Come spiega l’assessore Messina, ci sono deputati che vorrebbero ridurre questi Fondo di 327 milioni di euro per finanziare altre spese, di fatto creando ulteriori difficoltà ai Comuni siciliani che ormai non hanno nemmeno i soldi per riscaldare le scuole! Proveremo a raccontarvi nei prossimi giorni come finirà. Da quello che possiamo dire in questa fase, l’assessore Messina e il nuovo presidente dell’ANCI Sicilia dovrebbero difendere questo Fondo dal solito ‘assalto alla diligenza’ da parte dei deputati a caccia di soldi.      

Il parlamentare della Lega, Vincenzo Figuccia, si occupa delle strade siciliane. "Con le precipitazioni abbondanti di questi giorni – dice Figuccia -riaffiorano drammaticamente tutte le carenze che attanagliano la rete stradale regionale. Insieme al Parlamento regionale, il Governo pianifichi la realizzazione di opere da porre in essere attraverso un ordine del giorno in Finanziaria al fine di garantire quella viabilità e  quelle infrastrutture che rimangono una priorità per i siciliani. A causa degli smottamenti, crolli, restringimenti delle sedi stradali molte tratti risultano impercorribili, pericolosi e impraticabili soprattutto per gli autotrasportatori con importanti ripercussioni nei confronti delle aziende. Rilanciare l'economia della Regione significa anzitutto garantire collegamenti interni che siano idonei ed efficienti". Bisognerà capire se ci sono i soldi. Fino ad oggi la regione siciliana ha ‘alleggerito’ i Fondo sanitario regionale – cioè i soldi che servono agli ospedali pubblici della Sicilia – per pagare spese che nulla hanno a che vedere con la sanità. Dopo le critiche della Corte dei Conti e un ricorso della stessa magistratura contabile alla Corte Costituzionale – che ha dato ragione alla Corte dei Conti – non sarà facile ‘depredare’ fondi alla sanità pubblica siciliana. 

Il vicepresidente della Commissione Sanità dell’Ars, Calogero Leanza, esponente del PD, vorrebbe cancellare il numero chiuso nelle facoltà di Medicina della Sicilia. “In più – aggiunge Leanza – dobbiamo portare avanti, in contemporanea, una battaglia decisa che possa contribuire ad aumentare i fondi disponibili per le borse di specializzazione in ambito medico, attualmente insufficienti per risolvere l’annosa tematica dell’imbuto formativo: un grave problema che mina la capacità lavorativa di tanti laureati in Medicina e Chirurgia; nonostante vi siano stati piccoli passi in avanti negli ultimi anni, anche a seguito della pandemia da Covid-19, che ha anch’essa sottolineato ulteriormente l’assoluta urgenza di intervenire su tale problematica con soluzioni concrete. L’invito rivolto al Parlamento – conclude Leanza - nasce dalla mia convinzione che su tematiche così importanti, quali la salute, non debbano sussistere divisioni partitiche di alcun tipo”. Quanto scrive il parlamentare del PD è giusto. Ma ricordiamo che il numero chiuso nelle facoltà di Medicina – almeno in Sicilia è così – non è stato introdotto per capriccio ideologico: la scelta è dettata dalla mancanza di fondi per assicurare la didattica agli studenti di Medicina. Insomma, come per i Comuni, come per le strade della Sicilia come per gli ospedali pubblici e come per tante altre branche dell’amministrazione pubblica della Sicilia a mancare sono i soldi. Tant’è vero – come già accennato – che alcuni deputati li vorrebbero scippare ai Comuni. Ultima notazione: gli amministratori comunali battono cassa perché vogliono gli aumenti delle indennità, con riferimento alle indennità dei Sindaci, degli assessori e dei consiglieri comunali. In altre parti d’Italia le indennità sono state aumentate, in Sicilia, no.  

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